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Trashic Magazine intervista Davide Iacono (VeiveCura)

 

Foto Veive

 

Si dice che il terzo album in studio di un’artista sia quello della maturità. E ascoltando il nuovo Goodmorning Utopia dei VeiveCura, terza uscita discografica dopo Sic Volvere Parcas e Tutto è Vanità, pare sia proprio così. Uscito nel maggio scorso, Goodmorning Utopia si presenta come un prodotto ben confezionato: un distillato di sensazioni genuine, ricordi latenti, pensieri erranti e orizzonti sbiaditi; ciò che ne viene fuori è un mix privo di sbavature che mette in luce, ancora una volta, le qualità di Davide Iacono, artista siciliano, perno centrale del progetto VeiveCura. Trashic Magazine ha avuto modo di intervistarlo, scambiando qualche parola sul passato, sul presente e sul futuro. Buona lettura. 

Davide, è da poco uscito il terzo album del tuo progetto “VeiveCura”. Rispetto a Tutto è Vanità, album del 2012, trovo che questo nuovo lavoro sia l’evoluzione razionale e intimistica del full-lenght precedente. Sei d’accordo?

È di sicuro un’evoluzione. Per come la vedo io Goodmorning Utopia è la sintesi affinata dei primi due album. Ci vedo dentro l’intimismo di Sic Volvere Parcas e l’intensità di Tutto è Vanità.

La tua proposta musicale si caratterizza per la combinazione armoniosa di strumenti a fiato, a corde e a percussione. Al primo ascolto di Goodmorning Utopia non ho potuto fare a meno di notare un elemento nuovo, il sassofono, inserito perfettamente nella cornice di Utopia Pt. I-III (Baggio) [brano del quale è stato girato un video, ndr] , una delle migliori tracce da te composte. Avvalerti di diversi strumenti credo sia un punto fermo all’interno del progetto VeiveCura; intendi proseguire lungo questa strada o hai già in mente nuove forme per esprimere le tue idee musicali?

Sono totalmente rapito dagli strumenti che solitamente puoi ascoltare in un’orchestra. Ho la fortuna di conoscere ottimi musicisti, quindi spesso posso sperimentare sonorità nuove. Il solo dei sax in Baggio ne è un chiaro esempio, in quel frangente compositivo ho voluto lasciarmi andare del tutto, è la prima volta che un’improvvisazione solistica viene inserita in un brano di VeiveCura. In futuro vorrei invece sperimentare anche con i suoni contemporanei, quindi imparare a domare l’uso dell’elettronica.

A giudicare dal titolo Goodmorning Utopia, così come dai solchi musicali tracciati dai 9 brani, l’opera pare introdurre il concetto di “illusione”, una realtà ideale a cui tendere con la piena consapevolezza di poterla solo ammirare. Qual è il concept che trapela dalle note e dalle (poche) lyrics di quest’album?

Appunto l’Utopia, nel bene e nel male. I testi sono quasi tutti molto brevi, a sottolineare il mio maggiore interesse verso la musica. Parlano di Utopia da diverse angolazioni, soggettive e universali.

Hai registrato l’album a Modica, tua città natale, e in Germania con l’aiuto di Jonas David, cantautore indiefolk tedesco. So che hai vissuto per diversi mesi proprio in terra tedesca; in che modo questa esperienza ha influito, artisticamente e non solo, sulla composizione di Goodmorning Utopia?

La mia esperienza tedesca ha influito tantissimo. Sono cresciuto molto nei miei due anni in Germania, ho affinato il gusto e buttato giù un sacco di pregiudizi.

Hai avuto modo di suonare in diverse località italiane e straniere; quali sono le difficoltà riscontrate nel poter organizzare eventi e concerti nel nostro Paese, all’interno di un mercato musicale per lo più povero di risorse e, forse, di idee? Anche all’estero vi è una situazione simile?

Se facciamo un raffronto tra la situazione italiana e quella tedesca (uniche due realtà che ho veramente vissuto sulla pelle) posso dirti che le differenze sono abissali, e l’Italia perde miseramente. Ma non è sempre colpa del singolo promoter o gestore di locale. Parlando concretamente, in Germania la gente sta bene economicamente, ho visto persone pagare un biglietto di 8 euro per andare a vedere un artista emergente sconosciutissimo. Da noi queste cose purtroppo te le sogni, in parte perché appunto il nostro pubblico non può permettersi di spendere certe cifre, quindi i locali non fanno abbastanza cassa per giustificare l’evento. Poi ci sarebbe anche la questione disorganizzazione nel preparare un evento e nel fornire il necessario ad un artista o band che sia… ma potrei scriverci un trattato.

A proposito di concerti: ho sempre avuto l’impressione che, qui in Italia, non sempre si riesca a “vivere” a pieno un concerto; intendo dire che, in alcuni casi, durante un’esibizione che richiede silenzio e attenzione per essere assimilata, la musica venga sopraffatta da chiacchiericcio o applausi fuori tempo, sminuendo, di fatto, la performance dell’artista. Hai riscontrato comportamenti simili durante i tuoi concerti o, fortunatamente, sono casi molto rari?

Mi dispiace parlare male del nostro paese, ma, se tu mi fai una domanda, voglio risponderti sinceramente. In Italia il 90% delle volte non trovi un pubblico attento (mi riferisco a concerti di artisti non mainstream), a volte sei addirittura sovrastato dal chiacchiericcio e dalla maleducazione generale. Neanche a farlo apposta in Germania è l’opposto, per il 90% dei casi trovi un pubblico educato che nobilita la tua passione.

Proprio in Germania, a Wuppertal, nel mese di luglio hai aperto un concerto di Olafur Arnalds [scusate se è poco, ndr], esperienza più unica che rara…

Proprio così. È un altro piccolo sogno incastonato al cuore. Olafur lo ascoltavo tantissimo anni fa, di notte prima di andare a dormire, quindi ho un legame affettivo molto forte con la sua musica. Poterlo conoscere e assistere ad un suo concerto (per la prima volta) mi ha emozionato molto. Non dimenticherò mai il momento in cui mi son seduto al pianoforte e, poco prima di suonare le prime note, ho visto Olafur entrare in fondo alla sala e guardare tutto il mio concerto. Spero in futuro di poterlo incrociare in qualche altra parte del mondo.

In futuro è in programma un tour promozionale per il nuovo disco? Sarebbe interessante sentire le nuove composizioni dal vivo…

Questa estate abbiamo suonato molto in Sicilia, mentre a Dicembre ci sarà il tour italiano. Infine è in programma l’organizzazione di un tour europeo per la primavera 2015.

 

 

Trashic Magazine ringrazia Davide Iacono per la disponibilità.

 

 

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Nella vita è circondato da messaggi criptati ("oooocchio"), musica in loop e tanti “ah, ma se tuo fratello gemello si fa male, provi dolore anche tu?”. Crede nella puntualità ergo odia Cosmopolitan, sua Nemesi. Possiede un altarino dedicato all'onnipotente (e sottovalutato) Dio Tono. Odia la falsità, l’ipocrisia, l’odio, la guerra e vuole la pace nel mondo 4ever. In sintesi, i gusti dei Gorgoroth, le volontà standard di una miss Italia.
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