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Rise Against – EndGame

Esistono gruppi i cui album si preannunciano capolavori alle mie orecchie sin dal primo ascolto distratto: questo è il caso dei Rise Against e del nuovo “Endgame”. E’ vero che sono un loro fan sfegatato, ma proprio per questo sono molto esigente e, e per quel che mi riguarda, non concedo loro alcuno sbaglio. L’album è un chiaro esempio di punk-rock che caratterizza da sempre il quartetto di Chicago, infatti sin dall’inizio con “Architects” si hanno i classici ritmi che da sempre costituiscono il “marchio ” di questo gruppo ( merito anche delgrandissimo Brandon Barnes dietro le pelli). La seconda traccia è “Help is on the Way” , primo singolo estratto dall’album; il video di questo pezzo parla delle vicende che colpiscono una famiglia di colore durante l’uragano Katrina, con tanto di sito a cui fare le donazioni alle vittime. I veri artisti si riconoscono sia sul palco che fuori, e loro lo sono senza ombra di dubbio: effettuano donazioni ad organizzazione pacifiste, sono membri del PETA e sostengono moltissime altre cause , tutte iniziative queste che ci consentono di intravedere il lato umano di Tim McIlrath e dei suoi (come anche le tematiche impegnate a cui si fa riferimento nei testi delle loro canzoni) , per cui oltre alla musica c’è ben altro . L’album è talmente bello che il tempo d’ascolto vola, soprattutto durante pezzi come “Satellite” e “Midnight Hands” dove il bassista Joe Principe dimostra tutte le sue qualità. La miglior traccia dell’album è senza dubbio “Broken Mirror”, il pezzo è forse il più distante dallo stile dei Rise Against, ma lo trovo geniale grazie anche al giro iniziale di chitarra suonata dal “grande amico” Zach Blair che sempre più dimostra di essere oltre che un superbo chitarrista anche un “grande amico”.Perchè “grande amico”, vi chiederete? Semplice, se un fan lo incontra lui gli resta accanto anche al freddo perché “i fan vengono prima di tutto” (parlo di una mia esperienza diretta ). L’ultima traccia, la title-track, si apre con un giro di basso martellante per poi concretizzarsi in un classico pezzo punk-rock finchè non cambia il tempo ( i cambi di tempo sono una prerogativa di questo album ), ottimo pezzo. Insomma, che siate fan del quartetto di Chicago o no, che li conosciate o no, vi invito ad ascoltare “Endgame”, ne vale decisamente la pena!

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Tms K.I.N.G. vive una strana doppia identità: di giorno triste studente universitario, di notte si immerge in un universo parallelo cosparso di Machine Head e Trucebaldazzi. Vivendo da solo in questo infausto universo, cerca tramite i suoi articoli di trascinare qualcuno nel suo mondo contorto, per avere compagnia durante l'ascolto di un CD Brutal Metal di qualche band georgiana e godersi una pizza e un film, possibilmente di serie B …
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