Zozzerie

POLLUZIONE NOTTURNA

L’ avevo appena incontrata. Senza un motivo ben preciso. Nessun collegamento col mondo esterno. Di solito dopo un sogno mi chiedo sempre quali intrecci la mia mente abbia compiuto. Mi domandai allora cosa vidi prima di addormentarmi. E come spesso accade non lo ricordai. A dire il vero presi un sorso d’acqua prima di chiudere l’occhio destro. Il sinistro era già andato a letto. Mi svegliai anche un paio di volte  durante il sonno e dopo strizzai gli occhi come quando si esprime un desiderio. Con la stessa smania, poco virile in effetti,  con cui si aspetta di conoscere il seguito di un romanzo d’appendice o l’ultimo pettegolezzo di strada. E il sogno continuò lì dove si era fermato o quasi. La vidi mentre sorrideva alla battuta di un’ amica e civettava con un tizio del quale non le importava nulla. Al tavolo n. 15 poi mentre tirava fuori dalla nera borsa cilindrica  non un coniglio bianco, ma un fazzoletto di carta . Il coniglio era sul tavolo dell’aperitivo rinforzato. All’agrodolce. Così pensai al numero che avrei giocato l’indomani. E poi incrociai solo per un attimo il suo sguardo. Prima di abbassare gli occhi. Essere timidi nei sogni non paga, anzi è una follia. Dovremmo saper vincere ogni forma di pudicizia.  Ma se sembra tutto vero, il leitmotiv quotidiano non cambia. Timido è il mio secondo nome. Il primo è Vigliacco. Il terzo ve lo risparmio . FLOP al primo risveglio. I miei occhi ancora bassi. Andai dunque a zoomare le sue carnose labbra. Il suo sorriso a punta. Più sotto una parure di perle abbinate. Le mani candide e ben curate. Le sentii  fredde e umide. Come se le stessi toccando. Mi avvicinai allora con una scusa orribile. Guardandomi il polso. Credo per chiedere l’ora e non i battiti. Ma lei si alzò di scattò ed andò alla toilette. FLOP al secondo risveglio. Sono di nuovo dentro. I passi, uno dopo l’altro, come le onde del mare che avanzavano per poi disperdersi nella battigia della speranza. Entrai dentro al lounge bar . Guardai la porta del bagno delle signore. E la vidi uscire e avvicinarsi. Mi disse : “ciao  – e continuò – mi osservi da un po’ perchè ti piaccio, ma non hai il coraggio di offrirmi da bere. Che ne diresti di uno spritz ?”  Alla parola spritz mi svegliai di scatto. Col suo profumo addosso. La bocca asciutta . E la voglia di un bacio che durasse in eterno.  Capii che dovevo fare sul serio. Strizzai gli occhi ancora una volta.  Ma non presi più sonno…

 

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About signor D

Personaggio cult della mitologia greca... Ama banchettare con vacche in perizoma e tette al borotalco bypassando ogni formalità fictionale. Guaritore-saggio. E' un essere multiplo. Un segugio italiano che caccia parole, suoni e piccoli gesti. Conosce personalmente Gesù Cristo ed è tormentato dai dubbi amorosi di Aretino. Il suo guru è "Jack l'uomo della folla".
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