Lettera 22

CONFEDERATIONS CUP: DAY 6

prandelli osserva le tifose brasiliane prima del calcio di inizio (foto ciullata a bettingnews.it)

Arriva contro il Brasile la seconda sconfitta in gare ufficiali dell’era Prandelli. Da quando l’ex allenatore di Fiorentina e Parma si è seduto sulla panchina dell’Italia ha perso tutte le amichevoli o quasi, ma nelle gare che contano l’Italia aveva perso solo una volta prima di ieri sera, a Kiev contro la Spagna. Otto gol subiti nelle due sconfitte, equamente distribuiti, a dimostrazione che le cose o si fanno bene o non si fanno, sconfitte comprese. Contro i padroni di casa è finita 4-2 al termine di una partita in cui siamo stati tanto sfortunati quanto stupidi. Da subito il centrocampo azzurro, privo di Pirlo e De Rossi, si dimostra molto più abile di quello brasiliano, mandando in porta Neymar, Hulk e Fred con assist impeccabili e retropassaggi millimetrici per i contropiede avversari. Luiz Gustavo ed Hernanes sono commossi da cotanta precisione. Così, dopo due minuti e quaranta secondi, loro hanno già fatto sei tiri in porta e preso otto calci d’angolo.
Alla mezz’ora la prima botta di culo per l’Italia: Montolivo si infortuna e deve lasciare il campo. Così Aquilani, rimasto tutto solo, non riesce a fare abbastanza danni. Prandelli, assistito dalla Dea Bendata, corre subito ai ripari togliendo l’infortunato Abate (lussazione della spalla, Confederations Cup finita) e mettendo Maggio, che dopo cinque minuti viene mandato a fanculo da tutta la difesa per il suo movimento “faccio un salto ne faccio un altro” che regala l’1-0 al Brasile.
Nel secondo tempo l’Italia gioca molto meglio rispetto al primo e con un’azione tutta di prima tutta di culo – lancio dalla difesa, spizzata di testa casuale, tacco molto poco casuale di Balotelli, diagonale perfetto di Giaccherini – trova il pari. L’1-1 dura pochissimo perché Neymar, lo stesso che secondo gli esperti del baretto gioca bene solo in Brasile e in realtà è sopravvalutato, calcia una punizione ai limiti della perfezione sul palo di un non irreprensibile Buffon e sigla il 2-1. Poco dopo la difesa azzurra, che a fine partita avrà stabilito il record di gol incassati nel girone nella storia della Nazionale italiana, chapeau, riesce nell’impresa di non marcare l’unica maglia gialla nel raggio di venti metri. Su quella maglia c’è scritto Fred, il quale riceve, resiste a Chiellini e tira uno scaldabagno verso la porta di Buffon. È il 3-1 che sembra chiudere il match. Sembra, perché sugli sviluppi di un calcio d’angolo succede di tutto: Balotelli viene buttato in terra, l’arbitro fischia il rigore, ma la difesa azzurra continua a giocare e Chiellini segna il 3-2. A quel punto il direttore di gara assegna il gol dimenticandosi di aver fischiato. Nessuno ci capisce più un cazzo: i brasiliani protestano, gli italiani protestano, il guardalinee protesta, gli indignados fuori protestano. Alla fine vale quello che ha fatto Chiellini, ma nessuno capisce bene il perché.
L’Italia gioca meglio e va vicinissima al pareggio con la traversa di Maggio, ma la difesa italiana sembra quella di Tahiti e continua a regalare palloni ai brasiliani che sono forti a prescindere, figurarsi quando possono ripartire quattro contro due in campo aperto. Se aggiungiamo un Buffon non ai livelli di Buffon il gioco è fatto: tiro di Marcelo, respinta comoda comoda sui piedi di Fred e 4-2 servito.

Finisce così, con l’Italia che gioca spesso al pari del Brasile, ma viene punita dalla difesa peggiore di sempre. Adesso presumibilmente ci tocca la Spagna. Presumibilmente perché in teoria sia Nigeria, sia Uruguay sia gli iberici possono arrivare primi nel gruppo B. Alla Roja manca un punto e dovrà conquistarlo contro gli africani, non esattamente l’All Star Team. La Nigeria è tuttavia costretta a vincere per rimanere aggrappata al torneo e scippare il secondo posto all’Uruguay, che se la vedrà contro i simpatici tahitiani. La teoria la lasciamo stare, è praticamente certo che le semifinali saranno Brasile – Uruguay e Spagna – Italia.

Ah, nell’altra partita il Messico ha battuto il Giappone 2-1. Ha segnato doppietta Hernandes, il quale ha anche sbagliato un rigore. Lo so perché l’ho controllato su diretta.it. Partita in contemporanea con Brasile – Italia, partita che non valeva un cazzo. Sono proprio curioso di sapere quanti spettatori, in tutto il mondo, ha avuto.

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About Allorio

Ama lo sport, ma non viene granché ricambiato e, probabilmente, se chiedeste a Lui (lo sport) direbbe che non si sono mai visti. Nasce a Cagliari, dove capisce che a scrivere se la cavicchia, mentre a scrivere stronzate è proprio un fenomeno. Bisogna solo stabilire se è merito suo o colpa della pochezza di Cagliari. Cresce artisticamente a Quartu Sant'Elena e questo di per sé fa già molto ridere. Quasi maschilista, quasi sessista, quasi una persona pessima.
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