Recensioni

LE 13 COSE, Alessandro Turati

Le 13 cose forse sono quattordici ma non è importante.
Non è importante neanche cosa siano in realtà, ma questo è solo un dettaglio.
Burano ha preso possesso di casa, nessuno gli ha chiesto niente, meglio farsi i cazzi propri.
Meglio! Non ce ne frega niente.
Burano è un senza tetto. Ma anche questa informazione serve a poco. Burano, per evitare equivoci, non è il protagonista.
Tanaquilla è una cagna dall’occhio vitreo e poco sveglio, sempre infoiata.
Agon, il cane di Burano, la sodomizza continuamente, doggy style.
Il senso non c’è. La schizofrenia è la specialità della casa.
Lo humour è nerissimo. Si ride amaro ma con gusto. Dolce amaro direbbe la D’Urso nella celebre canzone. Ma lì forse si parlava d’altro.  Sperma presumibilmente.
Le 13 cose dicevamo, è  uno scritto folle, completamente.  Un viaggio verso l’inferno della coscienza che tutti noi animali ci rifiutiamo di ascoltare. Un libro che attraverso un nonsense sfrenato ma lineare scruta con precisione il malessere esistenziale dell’uomo pensante.
L’agonia dell’osservatore cinico. O forse più semplicemente, attento.
Il protagonista non mangia, vive in solitudine e beve da buon bohemièn squattrinato, decalitri di birra Birra a 50 cent a lattina (500 ml – 4,9%) vomitando il tutto poco dopo. Un intellettuale moderno insomma.
Apatico, atarassico, bulimico, anoressico e con sintomi evidenti da sindrome di Diogene precoce.
Ma finché si legge qualche pagina in giardino, la vita non è poi così male (forse).
“Le 13 cose” risponde alle nostre domande ancestrali senza prendersi troppo sul serio: a parlarci è un individuo scottato dalla vita, dall’alcol e da una fantasia siderale (a tratti salvifica).
Alessandro Turati ha uno stile personalissimo, colorito, colorato. Non è un libro per tutti, lo specifico senza possibilità di essere smentito (Pontifex, Cronaca Vera, Massimo Giletti e tua madre, ad esempio, potrebbero dirne peste e corna).
Neo. (epidermico) Edizioni dà spazio al merito e pubblica un romanzo coraggioso, veloce e di godereccia, raffinata e razionale eleganza trash.
Spassoso. Caustico.
Le 13 Cose” di Alessandro Turati è un tuffo nello stato alienante di chi si rassegna (con forza) all’ineluttabilità della solitudine.

Perché si muore, sempre, come i cani. Davvero.

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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6 thoughts on “LE 13 COSE, Alessandro Turati

  1. Ecco… questa cosa del dire che chi non apprezzerà il libro sarà il solito coglione non mi va giù. Io, per citarne uno a casaccio, ho solo letto la pagina di presentazione, e non mi è piaciuto il contenuto. L’ho trovato una perdita di tempo senza capo né coda; un ingarbugliato modo di passeggiare per le miserie che infarciscono la vita di chi ha mollato la presa che lo teneva aggrappato alla speranza di cambiamento, necessaria in un universo il quale, appena esprimi un giudizio… sposta il centro del bersaglio. Sarò coglione perché esprimo un parere strettamente personale? Ma che modo hai di criticare a priori chi critica?

  2. Dove hai letto “chi non lo apprezza è un coglione”? Scusa ma hai travisato. Sono d’accordo con il tuo punto di vista: è un libro senza capo né coda. Ma lo sanno tutti credimi. Anche l’autore e la casa editrice. Ne sono certo.
    E’ quella, paradossalmente, la forza del libro.
    Ho solo detto che non è un testo per tutti (in modo ironico per di più): la tua critica – anche se puntuale e condivisibile – conferma la mia ipotesi.

  3. L’ho letto qui: Non è un libro per tutti, lo specifico senza possibilità di essere smentito (Pontifex, Cronaca Vera, Massimo Giletti e tua madre, ad esempio, potrebbero dirne peste e corna).
    Se questi non sono coglioni…
    Capirai che l’essere associato a loro può ferire irrimediabilmente. È stata una fortuna che in farmacia non abbiano voluto vendermi mezzo chilo di barbiturici…

  4. mmhhh… quello che si dice una lettura inusuale. Sono proprio curioso di leggerlo. A quanto vedo, finalmente qualcosa che esula la lenta e inesorabile macerazione della letteratura italiana contemporanea.
    Sì, credo proprio che li spenderò questi soldi.

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