Lettera 22

CONFEDERATIONS CUP: DAY 3


Mentre in Italia Branca si prepara all’ennesima follia della sua catastrofica esperienza nel calciomercato, dall’altra parte del mondo gli organizzatori della Confederations Cup ce la mettono proprio tutta per fare scelte il più ridicole possibili. Brasile – Messico si giocherà infatti alle 16 ora locale. Quindi i tifosi brasiliani si accomoderanno nel divano alle 16 mentre i messicani alle 14. Italia – Giappone andrà in scena alle 19, che ci obbliga a guardarci la partita a mezzanotte. Invertendo gli orari delle partite quasi tutti sarebbero stati contenti. Certo, ai nipponici va meglio così, visto che possono guardarsi la propria Nazionale alle 7:00 e non alle 4:00. Ma anche chi se ne fotte! Non è mica una gara di sumo, è calcio e loro non possono avere potere decisionale quando la loro lega professionistica ha l’età di El Sharaawy e De Sciglio. Come se non bastasse hanno anche chiamato il proprio massimo campionato J-League. Dai non possono essere presi in considerazione.

Ormai è andata così, non serve protestare. Non la pensano così i manifestanti che continuano le rappresaglie contro il governo brasiliano. I primi giorni di rassegna sono infatti stati segnati dalla pochezza di Tahiti (poi ne parleremo) e dagli scontri tra popolo e polizia. Le spese faraoniche per Confederations – Mondiale – Olimpiade, le tre grandi manifestazioni che cattureranno gli occhi di tutto il mondo da qui al 2016, l’aumento del prezzo di biglietti dei mezzi pubblici e la violenza con la quale le forze dell’ordine provano a sedare la rivolta sono i motivi che hanno portato a questa situazione.

Se loro protestano a Tahiti festeggiano. Il 6-1 con cui hanno perso contro la Nigeria è un risultato sensazionale e che farà passare alla storia Jonathan Tehau, autore di due gol contro gli africani, uno dei quali segnato nella porta avversaria. I giocatori, lo staff, i telecronisti e i tifosi hanno esultato al gol (quello del momentaneo 3-1) come se fosse stato quello dell’1-0 al 90esimo in finale contro il Brasile. Passaggi al nulla, portiere che sembra messo lì dopo aver perso il sorteggio, difensori che cadono da soli e numeri della maglia assegnati alla cazzo di cane (il due al centrocampista, il tre all’attaccante). Eccoli i più forti del continente oceanico. Caro Del Piero, dove cazzo sei andato a finire?*

Oggi, come già detto in apertura, torna in campo il gruppo A, quello dell’Italia. Sfiderà il Giappone, allenato da un italiano. E si ricomincia con la tiritera. Quando l’Italia deve affrontare un allenatore italiano automaticamente la partita diventa proibitiva. Grandissima stima di sé stessi e una faccia da culo che sembra non finire mai. Zaccheroni: tecnico esperto, bravo, simpatico e tutto quello che volete. Ma non può mica convocare argentini, brasiliani o spagnoli. Sempre giapponesi sta incontrando. È stato fatto lo stesso gioco all’Europeo quando l’Italia dovette affrontare la temibilissima Irlanda di Trapattoni. Non esiste un irlandese fenomeno, uno, ma tutti a dire che la partita sarebbe stata difficile perché in panchina c’era Trapattoni. Quindi se l’Italia non vince contro il Giappone non è per merito di Zaccheroni, bensì per demerito nostro, che non siamo riusciti a battere una squadra più scarsa. Sarebbe inoltre una pessima idea complicarci la vita contro i nipponici e cercare la qualificazione contro il Brasile. Ma noi siamo specializzati in pessime idee. Prima scenderanno in campo Brasile – Messico. Il Messico costretto a vincere per non abbandonare il torneo, il Brasile costretto a vincere per non farsi inculare con la sabbia dai tifosi. Se prevarranno le motivazioni, vincerà il Brasile.

Infine l’Under21, con l’Italia calpestata e sputata dalla Spagna nella finale dell’Europeo di categoria. 4-2 il risultato finale. Il passivo sarebbe potuto essere molto più pesante, ma loro quando arrivano a quattro si fermano. Mangia dice che gli azzurrini hanno pagato l’inesperienza e ha completamente ragione, perché quando la difesa (che ha totalizzato 0 minuti in Serie A, e 0 è la somma) regala due rigori l’inesperienza è palese. Purtroppo siamo in Italia, dove si preferisce comprare un Piris scarsissimo piuttosto che far giocare Donati, dove si preferisce puntare su Silvestre (pagandolo più di quanto un essere umano normale che non sia Branca avrebbe fatto) piuttosto che Caldirola (gratis). Però l’affermazione “il divario con gli iberici si sta assottigliando, l’anno scorso perdemmo 4-0, quest’anno 4-2” è molto intelligente. State tutti sereni, l’anno prossimo al Mondiale con la Spagna finisce con un pirotecnico 4-4.

* Per dovere di cronaca bisogna ricordare che l’Australia, Paese dove effettivamente gioca Del Piero, non ha giocato la coppa Oceanica perché troppo forte. Ha giocato la coppa d’Asia, quella vinta dal Giappone. Impossibile vincere contro Zaccheroni.

P.S. Ma vi siete accorti della maestria con cui ho legato gli argomenti? Come un sarto che deve unire un cavallo a un rinoceronte e riesce a creare l’unicorno.

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About Allorio

Ama lo sport, ma non viene granché ricambiato e, probabilmente, se chiedeste a Lui (lo sport) direbbe che non si sono mai visti. Nasce a Cagliari, dove capisce che a scrivere se la cavicchia, mentre a scrivere stronzate è proprio un fenomeno. Bisogna solo stabilire se è merito suo o colpa della pochezza di Cagliari. Cresce artisticamente a Quartu Sant'Elena e questo di per sé fa già molto ridere. Quasi maschilista, quasi sessista, quasi una persona pessima.
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