Recensioni

LA VITA SOBRIA, AA.VV., NEO. EDIZIONI

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Dalle antologie non pretendo mai nulla che vada oltre il puro intrattenimento e  qualche guizzo stilistico se si è proprio fortunati. In questo caso queste mie aspettative sono state rispettate, ma dai NEO. mi aspettavo più di un compito ben svolto.
Le promesse (più ancora delle premesse) erano ottime.
Una antologia dei NEO. a tema alcolico mi faceva ben sperare: loro conoscono le proprietà curative di un bicchierino al momento giusto e sono i primi editori a cui chiederei di accompagnarmi ad un giro-birra.
Il curatore Graziano Dell’Anna apre richiamando i grandi classici della simbiosi  letterario-etilica: Erofeev, Hemingway, Faulkner, Bukowski, Carver, Fitzgerald e così via… poi però scopriamo, nella prefazione prima e successivamente nel corso della lettura, che le declinazioni sono molteplici ed in alcuni casi leggermente pretestuose o un po’ debolucce.
Non è facile organizzare un lavoro così promiscuo, è comprensibile, ma un nerbo comune forse avrebbe reso l’opera se non più avvincente  quantomeno più omogenea e lineare.
Non è un caso che gli elaborati più riusciti siano quelli di Turati (già autore con NEO de “Le 13 cose”), Viola e Tuena: gli unici tre che a parer mio hanno deciso di anteporre il bene dell’antologia a tecnicismi e trovate ad effetto.
L’alcol è l’assoluto protagonista in questi casi, ma il prodotto è ovviamente sempre diverso.
– in “Sogni andati a male” di Turati, l’intero svolgimento è immerso nei vapori etilici. L’alcol non è un pretesto narrativo bensì demiurgo di ogni proposizione.
– ne “Gli eroi perfetti” di Fabio Viola, bere scioglie i freni inibitori ed ha quindi uno scopo preciso, narrativo e formale: manifesta le nostre meschinità sopite dalla routine.
–  Tuena nel racconto “Una questione d’orgoglio e di estetica” che chiude non a caso l’antologia, valuta i pro e i contro dell’edonismo alcolico con maestria classica e punto di vista maturo.

la vita sobria

 

Scelgo di non parlare dei contributi di Claudia Durastanti, Gianni Solla, Olivia Corio, Dario Falconi e Stefano Sgambati perché semplicemente non mi hanno entusiasmato. Ma siate sereni: sono io che non ci capisco un cazzo.
Se dovessi scegliere tra “Forrest Gump” di Zemeckis e “Selvaggi” di Vanzina guarderei “Selvaggi” due volte, quindi regolatevi anche sui miei gusti personali. Capitemi.

Credo sia invece d’obbligo parlare di  Paolo Zardi e Francesco Pacifico.
Il primo, uno degli autori feticcio NEO,  ne “L’amore Reclinato” indaga l’inadeguatezza di un uomo in  declino. Storia vivida, sincera, rotonda.
Pacifico si impegna invece in un esercizio di stile ai limiti della fisica quantistica. Avrà letto troppo Stephen Hawking.
Intestellar  è uscito sicuramente dopo, altrimenti avremmo saputo chi incolpare. Il risultato lascia perplessi, ma probabilmente va solo pasteggiato e digerito con attenzione. Agli astrofisici piacerà sicuramente.

Forse dipende tutto dall’uvaggio dell’antologia. Singolarmente avrei apprezzato di più ogni racconto forse, ma all’interno di un progetto come questo il bouquet definitivo risulta troppo poco armonico.
D’altra parte potrei semplicemente aver frainteso io.
Mi aspettavo  l’opera definitiva sul valore artistico dell’ebbrezza.
“La Vita Sobria” invece non aspirava a tanto. È “solo” una raccolta di storie: dieci autori italiani “si danno all’alcol”.
Un ottimo regalo, godibile, grottesco, spassoso, da accompagnare ad un paio di bottiglie di Syrah come si deve o di Vodka buona, fate voi.

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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