Recensioni

POMPEI, Toni Alfano

Personalmente “graphic novel” è una formula che non mi hai mai entusiasmato. Credo che non ci sia niente di male  nel chiamarli fumetti quando di fumetti si tratta ma che “romanzo grafico” – per le storie illustrate di diversa natura, struttura e forse aspirazione – non suoni bene quanto il suo doppelganger inglese. Insomma è un bel casino dare un nome che sia azzeccato ed ammiccante alle opere che guadano nello stesso magnifico limbo di POMPEI.

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Tuttavia, proprio nel caso in questione trovare una categoria sarà molto semplice: Pompei è una ESPERIENZA.
Le sensazioni dissonanti che regala non potrebbero essere spiegate altrimenti.

Scusate se divago ma forse è necessario: se c’è un aggettivo che centra in pieno la sostanza di “NATURA” quello è “VIOLENTA”. E’ una cosa in cui credo, la natura prima di tutto è violenta. E “violenza” nel senso più ontologico possibile è un lemma meraviglioso che nasconde dietro ad una apparente inclinazione crudele e distruttiva un senso di profonda giustizia.
La vita stessa nasce dalla straziante violenza del parto. Violenta è la morte. Violenta è la galassia.
Violenta è la natura perché ci investe senza riguardo alcuno di una conoscenza che non siamo in grado di gestire.
Dentro di noi questo lo percepiamo, coviamo un’energia che non riconosciamo perché intorbiditi da quello che ci circonda.

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Viviamo una profonda contraddizione. Siamo uomini primitivi in un mondo che va troppo in fretta.
Rimbalziamo in giacca e cravatta sulla nostra indole animale.
Siamo polvere di stelle, ma non c’è  niente di romantico in questo. Solo carbonio e altra merda.

Tutta questa premessa potrebbe non entrarci niente, ma secondo me è un buon punto di partenza per entrare nel mood: perché Pompei non ha una trama usuale, ma un filo rosso da sciogliere ingarbugliato dal più crudo esistenzialismo.

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Come risolvere quindi questa eterna ricerca di sé? La psicomagia e il sogno possono rivelarsi un buon mezzo, l’esoterismo è un balsamo, il simbolismo una mappa da studiare. Le risposte sono intorno a noi, ma abbiamo dimenticato le domande.
Se abbiamo un’anima è sotto le macerie di sentimenti che abbiamo inventato. Se l’amigdala che ci hanno ficcato nel cervello possiede uno scopo più alto che sputare bile, questo non ci è dato saperlo.

Le tavole sono potenti, simboliche e la tricromia nella sua semplicità non è un caso. Nero bianco e rosso sono a quanto pare i più embrionali tra i colori del nostro spettro visivo. Essi sono i primi a cui l’uomo abbia dato un nome: buio, luce e sangue. Li conosciamo da sempre e per questo ci rassicurano.
Vedete, tutto torna.

Pompei, sintetizzerei così, è un concept album sui contrasti della nostra essenza.
Toni Alfano con una sensibilità rara ci guida traccia dopo traccia.

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Fermati, ragiona, resta qui, prova a capire cosa c’è dentro di te.  Sii parte di ciò che ti circonda. “Non essere triste e non sentirti mai solo, tu sei in ogni cosa”.  Cosa accadrebbe se davvero ci abbandonassimo alle sensazioni e ci legassimo al mondo rimuovendo la zavorra della ragione?

Come il Vesuvio cristallizzò e consegnò al mito un frammento di avvenire nel 79 d.c., così POMPEI congela questo precario spirito del tempo che è destinato a morire con noi e a tornare alla terra che lo ha generato.
Non so davvero cosa aggiungere per convincervi ad acquistare POMPEI.
Oltretutto si avvicina la fiera del libro di Roma, se passate dalle parti dello stand di NEO. acquistate un paio di copie: una per voi e l’altra anche. Una da leggere e toccare, l’altra da lasciare intonsa. È un oggetto da collezione.

 

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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