Panino + Film

LOVE, di Gaspar Noé

Gaspar Noé è un regista particolare, con un suo linguaggio. Non piace a tutti.
Alcuni avranno visto il suo “Irreversible” che credo sia quello più popolare, vuoi per  il duo Monica Bellucci/Vincent Cassell, vuoi per il lunghissimo, insostenibile stupro (ai danni appunto della Bellucci) nel sottopassaggio che scandalizzò critica e pubblico.
Altri avranno fatto l’esperienza da trip di “Enter the void”.
Se avete visto “Seul contre tous” starete leggendo una fanzine più altolocata di questa, quindi che lo scrivo a fare!?

love noe

Esce questo LOVE, ne sento parlare bene, male, come al solito. Ma come ultimamente faccio sempre più spesso, con ottimi risultati, decido di ignorare tutto e di non informarmi affatto. No trailer, No critica. Niente.
Ormai la mia cernita è influenzata solo (al massimo) dai commenti sul fondo della pagina di streaming (non posso permettermi più di un cinema al mese. condannatemi!). Sono molto orgoglioso di aver – finalmente – sviluppato ottime capacità di discernimento al riguardo che mi permettono di individuare e prendere in considerazione i commenti degli amatori competenti, e di scartare quelli degli avventori casuali, cinepanettoneschi brigitte bardot bardot.
Spesso però basta cercare i commenti scritti in italiano.
L’uso del CAPS LOCK nel 99,9% dei casi è discriminante.

LOVE NOE

LOVE dicevamo, l’ho trovato in molte liste, top 10, classifiche di fine anno. Aspettavo di vederlo e ci sono riuscito.

Dire che si tratti di un “Porno d’Autore” è cosa buona e giusta. La pornografia è intesa ottusamente come fast food per segaioli e così è quella che troviamo su internet o sugli ormai estinti giornaletti con le pagine appiccicaticce.
Etimologicamente “pornografia”  però si limita a definire l’indecente, l’esplicito.
Pornografico quindi è UN aggettivo che interessa questo film. Pornografico in quanto esplicito.
FoodPorn. WordPorn. Sono vocabili correnti del linguaggio globosferico e non hanno niente a che fare con James Deen e Tera Patrick.
Poi la volgarità e lo scandalo sono cavilli dell’etica individuale e dell’ottusità di chi guarda.
Come ne “La vita di Adele” erano le lunghe scene di carnale intimità a dare realismo e spessore all’opera – altrimenti poco consistente – del regista, in LOVE, la narrazione di un amore perduto viene sostenuta da immagini esplicite  che – come per nymphomaniac di Von Trier – non sono sufficienti ma necessarie.
Perché LOVE appunto parla di Amore, UN amore.
Il sesso è una componente che unisce. Ma una componente resta. Gli odori, gli umori dell’altro diventano unici e familiari.
La chimica poi lo trasforma in un automatico processo di binding, che se perseverato porta ad assuefazione dell’altro. Come descriverlo a parole?
Sulla questione “pornografica” quindi il mio parere è netto: uso necessario a fini narrativi. Chi parla di “porno, fine a se stesso” non credo abbia visto molti film d’autore, né molti porno.

Murphy (nomen omen. vedi “legge di.”) ed Electra ( vedi “Complesso di.”) sono i protagonisti.
La loro storia è raccontata con una cronologia storpiata dai flashback, sottosopra. Al di fuori del loro rapporto genitale non sembrano possedere un’intimità solida, sostenuta da un dialogo consistente. Ma non mi pare si tratti – appunto – di un fenomeno isolato. Scopare quindi – ecco che torniamo al tema principale – è l’unico linguaggio “utile” tra loro. Niente di clamoroso però. Il coito è quasi sempre intimo e “canonico” anche per la morale vigente, si alza un po’ il tiro solo in tre occasioni: una cosa a tre con una trans, poi di nuovo con una diciassettenne vicina di casa (causa di tutti i mali e MacGuffin) e per  finire una colossale orgia in un locale notturno sottolineata dal tema ricorrente di “Distretto 13 – Le brigate della morte” [“Assault on precinct 13”] di Carpenter (scena forte, molto spinta.  funziona. cinematograficamente confezionata a meraviglia).

Tornando al tema del tempo e della narrazione:  in “Irreversible” – lo dice lo stesso titolo – non si può tornare indietro. Ed anche in LOVE quel che è fatto è fatto: Murphy non può rimediare agli errori commessi; questa tragica ineluttabilità si palesa nella commovente inquadratura finale.
Ecco, commovente.
La pellicola scalcia, eccita, commuove, annichilisce. Cosa altro chiedere ad un’opera d’arte se non d’essere una montagna russa emozionale?
LOVE è questo. Il racconto esplicito di un amore bruciato, perduto. Uno dei tanti.

Fotografia eccellente. Gli stacchi di “nero” nel montaggio possono dar fastidio alla lunga (a me non dispiacciono).
Nota di merito per Aomi Muyock nel ruolo di Electra.
Non c’è da gridare al capolavoro forse. Ma di sicuro è un bel pezzo d’arte.
Qualcuno più preparato di me lo ha definito “melodramma erotico”: questo è.
Un porno d’autore, anche. Non è un’offesa. Gomito da tennista e cervello fino.
(non guardatelo coi familiari. mi pare sottinteso)

per la visione consigliamo budino e poi corn dog, ghiaccioli, tutto quello che riuscite a trovare nel frigo che abbia la forma di un pene. Ostriche se ne avete la possibilità.

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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