Recensioni

LUPI E AGNELLI – Ignazio Gori

 

 

Se fosse un film sarebbe un POV. Se fosse una clip sarebbe uno snuff registrato a Nuova Delhi su un vhs pesante, di quelli vecchi, tra aromi speziati e miasmi da macello.
Un libro da leggere attraverso lo spioncino, per non essere visti.
Si chiama “Lupi e agnelli” e c’è un motivo: accade infatti che vittima e carnefice in natura siano legati più di quanto si pensi. Il peccato di uno ricade e si dimezza in massa e gravità nell’altro. Il loro sangue macchia la neve allo stesso modo nelle bianche notti di montagna. La legge del più forte è confermata ma da rivedere.
Ecco quindi che la metafora di partenza schiaffata lì in copertina diventa easter egg e chiave di lettura di un’opera dalla quale non si esce innocenti: ci resta il peccato addosso, anche solo per aver letto, averne assaggiato il sapore amaro. Una macchia indurita grossa così sulla pelle, da grattare via con le unghie e l’acqua ragia.
Il protagonista, pedofilo/pederasta (Remo d’Este Graziani: giornalista e critico d’arte), come un monaco flagellante persevera nel peccato pur essendone cosciente, tra ricordi e fantasie al limite dell’inumanità, viene fuori una sorta di ridondante excusatio non petita che riesce a cogliere bene il conflitto interiore patologico che è il motore della storia.
Non è una passeggiata.
Una scrittura molecolare, nervosa, scattante, di sicuro effetto da un punto di vista formale, sintattico, emozionale. Il testo fortemente lirico e volutamente frammentario a volte sembra danneggiare il filo narrativo, ma è una scelta irrimediabilmente necessaria per andare incontro ad una coerenza che è mero servizio al personaggio e quindi mai, per quanto mi riguarda, una via sbagliata.
Ignazio Gori e Diamond Editrice con coraggio danno vita ad un testo rischioso sotto ogni punto di vista: tematica, scrittura, forma. Un volumetto poetico, forte, straziante che nonostante la scivolosità dell’argomento non si presta mai alla ricerca di facili colpi ad effetto e sensazionalismi ad ogni costo.

Pagine inzuppate negli umori di Peccato e  Pentimento, che vanno di pari passo come fratelli siamesi attaccati per il pisello.
Camminano guardandosi in faccia. Uno ha gli occhi arrossati, l’altro lo compatisce e mortifica.

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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