Panino + Film

Come tu mi vuoi + Hakarl

I film brutti non appartengono solo agli ’80, oggi infatti ci apprestiamo a parlare di una cagata uscita in tempi moderni, solo qualche anno fa. Ma se negli anni passati la bruttezza era equamente spalmata su tutti i generi, oggi le vaccate vengono classificate quasi tutte sotto un unico genere: “commedia adolescenziale romantica”. Il film di cui vi parliamo fa parte proprio di questa categoria. “Come tu mi vuoi” (2007) diretto da Volfango De Biasi con quelli che sono due attori simbolo di questo genere: Cristiana Capotondi e Nicolas Vaporidis. Il film parla di Giada, studentessa racchia (anche se trattasi palesemente di figa truccata da racchia) secchiona di scienze della comunicazione che, invaghitasi di Riccardo, il solito fancazzista amante delle bella vita, decide di stravolgere il proprio look passando da fregna truccata da finta-cessa a fregna purosangue. Oltre alla trama inesistente, alle boiate dette (ma soprattutto fatte) dai personaggi, alle inquadrature pesantemente inutili, la cosa che più mi lascia perplesso è il messaggio che diffonde questa merda: “dalla vita vuoi ottenere qualcosa? Se non sei gnocca non la potrai ottenere nulla”, quindi guai a te donna se vuoi realizzarti, perché se non sei una topa troverai mille difficoltà, se sei di bell’aspetto invece basterà solo ammiccare e mettersi vestitini succinti. Altro messaggio osceno propinato da questa cagata è quello secondo il quale se hai i soldi tutti coloro che credi amici saranno lì solo per la tua grana, chiudendo così le categorie socialmente accettabili a quella dei ricchi e a quella dei fighi. Questo ammasso di cretinate viene perfettamente suggellato da una inquadratura finale assolutamente inutile e senza motivo: un culo, che tuttavia si rivela sintesi ideale.
Per accompagnarlo vi consigliamo una scorpacciata di Hakarl, cioé carne di squalo lasciata marcire sotto la ghiaia e poi fatto essiccare. Mettete la pietanza su un piatto, agghindatela, rendetela appetibile e, secondo la logica di questo film, diventerà buonissima!

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About TmsKING

Tms K.I.N.G. vive una strana doppia identità: di giorno triste studente universitario, di notte si immerge in un universo parallelo cosparso di Machine Head e Trucebaldazzi. Vivendo da solo in questo infausto universo, cerca tramite i suoi articoli di trascinare qualcuno nel suo mondo contorto, per avere compagnia durante l'ascolto di un CD Brutal Metal di qualche band georgiana e godersi una pizza e un film, possibilmente di serie B …
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5 thoughts on “Come tu mi vuoi + Hakarl

  1. Ti dirò , sono molto contrario a quello che dici. Premetto che questo film l’ho guardato circa 4 anni fa e quindi non ricordo benissimo le scene e le frasi degli attori. Tuttavia credo che innanzitutto sia un attacco a quella che è una delle più grandi frasi fatte che esista: “L’importante è la bellezza interiore”.
    Qui la bellezza interiore è maltrattata e colpita da quelli che sono falsi ideali come ricchezza e aspetto fisico. E vogliamo dire che scene simili non le vediamo in giro? La ragazza bella che ottiene le cose facilmente , o il tizio ricco che non merita e non apprezza quello che ha. Credo che il film mostri le cose cosi come stanno, in maniera schietta, senza però idolatrare questi falsi ideali.

  2. Questo film è lo specchio di una società malata, che viene esasperata da situazioni vissute dai personaggi. Oltretutto con alcune frasi dette dalle protagonista fanno capire che “la secchiona” ha solo l’apparenza per mostrare le sue capacità ( vedasi colloquio per avere il posto da ricercatrice ).
    Oltretutto c’è un dialogo alla fine ( non dico nulla per non spoilerare ) in cui la situazione iniziale del film viene completamente capovolta e quasi disgustata.
    Ti consiglierei di rivedere il film per avere magari più chiari certi dialoghi e certe situazioni che sono al limite dell’immaginabile.

  3. Guarda che è proprio quello che il regista voleva realizzare: uno specchio di una società malata. Non vuole incitare a seguire questi ideali, anzi vuole che questo film ci lasci, come dici tu, discgustati. ti allego il commento del regista De Biasi sulla storia:

    ” Sono stanco del politically correct. Credo che il mondo che c’è là fuori sia abbastanza crudele, anche peggio di come appare nella pellicola. E penso che il compito della commedia, al di là dell’entertainment, sia anche quello di lasciare un gusto amaro. Di far riflettere, magari suscitando un po’ di polemica”.

  4. Ma si può fare anche un non-politically correct senza stronzate, scene inutili e frasi a far cadere le ginocchia!

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