Lettera 22

CONFEDERATIONS CUP: DAY 2


L’Italia e la Spagna esordiscono nella Confederations Cup con una vittoria per 2-1 rispettivamente contro Messico e Uruguay. Per quel che mi riguarda, la prima giornata di Confederations Cup è finita. Nigeria – Tahiti presumibilmente non la guarderò. Per tanti motivi, ma soprattutto perché sono Nigeria e Tahiti che giocano a calcio. Gli africani neanche ci volevano venire in Brasile, mentre gli oceanici hanno perso 7-0 contro il Cile Under20. Cioè dai, perché tutto ciò è possibile? Dovrebbe essere un reato anche solo permettere questo scempio.

Ieri la Spagna ha annichilito l’Uruguay. Non tanto nel risultato, quanto nel gioco. Il 2-1 finale infatti non rende merito agli iberici, che hanno dominato in lungo e in largo manco fosse un Tahiti – Cile U20. Le reti di Pedro e Soldado hanno ipotecato una vittoria che neanche il gol su punizione di Suarez è riuscito minimamente a riaprire. Nulla di compromesso per gli uruguaiani nella corsa al titolo. Sono infatti pienamente in corsa per farmi azzeccare il pronostico e, grazie a Suarez, Gargano e Perez, può ancora vincere il torneo della casa circondariale dove, prima o poi, alloggeranno.

Grande vittoria anche dell’Italia contro il Messico. Anche qui è finita solo 2-1 a favore degli azzurri, che però hanno giocato molto meglio delle previsioni. Non è neanche colpa delle previsioni pessimiste, ma di Prandelli che fa giocare Giaccherini titolare. Che poi quel povero uomo ha giocato anche bene, ma con quattro presenze stagionali nella Juventus, vederlo dal primo minuto al Maracanà è quantomeno curioso. Le reti di Pirlo e Balotelli rendono inutile il gol del momentaneo pareggio di Chicharito Hernandez su rigore e regalano a Prandelli i primi tre punti in questa Confederations Cup. L’attaccante del Milan dopo il gol vittoria si toglie la maglia e viene ammonito. Alla domanda del proprio allenatore “perché ti sei tolto la maglia?” lui ha risposto con un eloquente “quando?”. Nell’intervista sulla Rai ha detto di non sapere che con due ammonizioni c’è la squalifica, che è un po’ come se Alonso affermasse di non sapere che dopo un po’ bisogna fermarsi a cambiare le gomme. Meno male che ci hanno pensato i suoi stessi compagni di squadra a coglionarlo. Di seguito le pagelle dell’Italia:

Buffon: 6 – Grandissima prestazione dell’estremo difensore azzurro, che in 90 minuti più recupero impara a lavorare a maglia e prepara sciarpa e guanti in lana per il figlio. Non ci fosse stato quel rompicoglioni di Hernandez secondo me la cuffietta sarebbe stata almeno a metà

Abate: 6 – Sempre propositivo, corre sempre, si inserisce sempre. Appena impara ad alzare la palla per fare i cross questo diventa bravo davvero. Si fa ridicolizzare da Dos Santos nell’unica vera occasione messicana, a parte il gol. Per il resto partita diligente.

Chiellini: 6.5 – Solita partita da picchiatore senza ritegno per lo Juventino. Nell’uno contro uno è insuperabile e ogni tanto prende anche la palla. Quell’oggetto sferico non è mai il suo obbiettivo, ma non si può sempre portare a casa una tibia a partita: ha finito lo spazio nella mensola.

Barzagli: 4,5 – Fa la prima grande, enorme vaccata da due anni a questa parte, regalando prima palla a Dos Santos e poi stendendolo senza alcuna remora regalando il gol del pareggio a quelli là che, altrimenti, non avrebbero mai potuto impensierire Buffon. Il resto della partita soffre psicologicamente la stronzata fatta (e ti sta bene Andrea). Speriamo passino altri due anni prima di vedere un suo errore.

De Sciglio: 7.5 – Ha vent’anni, una faccia da soggetto che la metà basta, ma è già un fenomeno. Inserimenti sempre puntuali e precisi in attacco, mai saltato nell’uno contro uno in difesa. Gioca a sinistra nonostante sia destro naturale, ma di sinistro mette cross al volo. C’è un motivo se i suoi coetanei sono in Israele a giocare con l’Under21 e lui è titolare della Nazionale maggiore.

Pirlo: 8,5 –  Il migliore per distacco. Troppo più forte degli altri centrocampisti , troppo più intelligente degli altri. Non tanto il gol su punizione, né il sorriso smagliante mostrato nell’esultanza. Pirlo è il lancio di 40 metri correndo quasi all’indietro per Abate. E a fine partita deve anche subire i soprannomi che gli da la Rai, tipo “Pirlho” o “Pirlinho”. Che mondo ingiusto.

De Rossi 6 – Pronti via, lancio illuminante per De Sciglio, un lancio di 30 metri sbagliato di 30 metri. Lì capisce che affianco non ha Bradley, ma Pirlo e che i lanci lunghi è meglio farli fare a lui. Si concentra dunque sul fare legna a centrocampo. Molto meglio.

Montolivo 6 – In teoria è un playmaker, è quello che dovrebbe creare gioco. Si rende conto subito che, per quanto bene potesse farlo, non sarebbe mai arrivato al livello di Pirlo. Raccoglie quindi gli insegnamenti di De Rossi e prima ancora di fare figure di merda con lanci alla cazzo di cane, decide di picchiare i centrocampisti messicani con discreto successo.

Marchisio: 5 – Il modulo dell’Italia prevede due trequartisti: lui e Giaccherini. Il principino, tutt’altro che a suo agio in quel ruolo, riesce a giocare peggio di Giaccherini, molto peggio. Non vede quasi mai la palla, non vede mai la porta. E anche noi da casa non siamo sicurissimi che siai in campo finché non esce al posto di Cerci. (Cerci: s.v.)

Giaccherini: 7 – Alzi la mano chi ha detto: “Bravo Prandelli, Giaccherini titolare se lo merita”. Neanche gli stessi Prandelli e Giaccherini avrebbero il coraggio di alzare la mano. Ma il nano toscano fa ricredere tutti con una bella prestazione. Sia chiaro: avesse giocato così qualcun altro il voto sarebbe 6, 6.5 massimo. Ma che cosa pretendi da lui? È pur sempre Giaccherini. Tanta corsa, tante palle toccate e pochissime quelle buttate. (Aquilani: s.v.)

Balotelli: 7 – Come fa reparto da solo lui nessun’altro in Italia. Riesce a trasformare un tocco di Giaccherini, uno fatto così tanto per fare, in un assist preziosissimo ridicolizzando il marcatore diretto e segnando il gol vittoria. Resta tonto come un tostapane quindi si fa ammonire nell’esultanza, ma lui può. A fine partita immancabile tweet, stavolta con un senso compiuto. Quasi. (Gilardino: l’ennesimo s.v. a dimostrazione che Prandelli i cambi li ha fatti giusto per perdere tempo).

 

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About Allorio

Ama lo sport, ma non viene granché ricambiato e, probabilmente, se chiedeste a Lui (lo sport) direbbe che non si sono mai visti. Nasce a Cagliari, dove capisce che a scrivere se la cavicchia, mentre a scrivere stronzate è proprio un fenomeno. Bisogna solo stabilire se è merito suo o colpa della pochezza di Cagliari. Cresce artisticamente a Quartu Sant'Elena e questo di per sé fa già molto ridere. Quasi maschilista, quasi sessista, quasi una persona pessima.
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