Lettera 22

Donna Baffuta Sempre Piaciuta

Donna baffuta, sempre piaciuta.

Magari! Non mi risulta proprio. Fanculo! Perché la saggezza popolare s’è inventata sto proverbio millantatore?

Il vecchio adagio è una grandissima baggianata, quindi anche io, come molte altre (fatta eccezione per Patti Smith), mi piego alla simpatica tortura della famigerata ceretta (in attesa che qualcuna più coraggiosa di me cominci a seguire l’esempio di Patti. Io poi mi accoderei, giuro!).

La donna è per antonomasia creatura pratica e brava a cavarsela da sé, decisa e pragmatica. Io però in questo sono decisamente poco femminile. Perciò, onde evitare la solita scena di me avvolta in una colata informe di cera bollente, con tanto di pezzi di carta/buste di plastica/utensili vari appiccicati addosso, mi concedo il lusso di andare dall’estetista.

Ne ho una di fiducia. Sfortuna vuole che questa settimana si sia rotta un braccio. E va beh, mi sono detta… ne provo un’altra. Poco male.

Trovo quindi il mio nuovo antro di tortura, scegliendone uno a caso.

La signorina al bancone mi fa accomodare in una stanza con tanto di musica truzza di sottofondo che esce da una radio con l’audio a palla … Andiamo bene.

“Posso tenere i miei slip?” chiedo timidamente.

“No no no, metti questo”

Mi piazzano davanti una sorta di perizoma di carta, la cui area, approssimativamente, credo che raggiunga a malapena i 3 cm2.

Accetto l’umiliazione e, una volta pronta, chiamo l’estetista. La tipa mi squadra, poi inclina la testa ed esclama:

”E’ da parecchio che non fai la ceretta, eh?”

Ma come ti permetti?

Maledetta impudente. Scusa se non mi depilo prima di depilarmi!

Mi fa stendere e inizia a strappare, inaugurando il suo lavoro con la rassicurante frase:

”Ormai sei sotto le mie grinfie! Non ti faccio uscire finché non sarai così liscia da poter andare in piscina con il tanga!”.

Turbata dalla minaccia, medito la fuga. Ma l’idea di correre per strada con addosso un filo inter-naticale di carta velina e con le gambe ricoperte di colla non mi sembra esattamente la cosa più elegante da fare.

Sbuca dalla porta una seconda tizia, e l’estetista la chiama:

”Ah, vieni vieni cara! E’ la nostra tirocinante.” Il mio consenso è un optional.

Saranno i quattro occhi puntati sul mio perizoma di velina, sarà la posizione ginecologica, sarà la mano pesante tipo vanga della temibile tricofobica, ma io sono sempre più turbata. Queste due pazze mi stanno vedendo tutto (ma tutto tutto), comprese le tonsille e i denti del giudizio, data la coprenza dello slippino.

E la tipa è così violenta che mi scopro a ringraziare il Vaticano, per aver dato il via libera alla Santa Bestemmia Contestualizzabile. L’ipotesi della fuga non mi sembra più stramba come prima.

Faccio un bel respiro e mi convinco a restare fino alla fine, estraniandomi e pensando a quando potrò indossare calze trasparenti e gonne inguinali. Del resto, chi bella vuol apparire … NO?

…saggezza popolare un cazzo!

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About Bubastra

Bubastra nasce assurdamente paranoica e una volta adulta... rimane esattamente così. Ritardataria in ogni momento della sua vita, importante e non, ama camminare senza calpestare i bordi dei sampietrini e su di lei il suono del phon ha lo stesso effetto del Valium. Mentre passa le sue serate barboneggiando nelle piazze insieme a individui balordi ma amabili, sogna una carne sintetica, nuovi attributi e un microchip emozionale.
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