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LA CARNE, Cristò – NEO EDIZIONI

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Il mondo quando avevo otto anni io c’era ancora nonno. Il mondo quando avevo otto anni Roberto Baggio era il re del mondo e il telefonino era un grosso mattone per ricchi. C’era il Bagaglino in prima serata e mamma e papà erano belli e forti. Era uscito Trainspotting ma non potevo capirlo e Jack mi sembrava che potesse anche starci bene nella filmografia di Coppola.
Sono cambiate tante cose dal mondo-quando-avevo-otto-anni.

Ora immaginate che tutto si sia fermato lì invece, per qualche strana ragione: la tecnologia, i film, la musica. Tutto riproposto all’infinito perché non c’è più niente di nuovo e non per qualche strana magia tipo “Giorno della Marmotta” ma perché è successo qualcosa che ha arrestato lo sviluppo umano e tecnologico.

Questa è la scenografia in cui si muove La Carne. Coincidenza vuole sia stato pubblicato nuovamente da NEO. proprio nel 2020.
L’anno in cui tutte le produzioni cinematografiche sono state posticipate a data da destinarsi, l’anno in cui si è fermato il mondo.
Succede quando si coglie lo spirito del tempo. Quando si ha la sensibilità per capire quale sia il libro giusto al momento giusto.

In questa realtà che sarebbe errato definire distopica, fatta di esistenze misere e apatiche e strade vuote, l’attesa dell’ineluttabile per il nostro protagonista ottantenne e le vite di chi si occupa di lui si confondono con un terzo intreccio che è immaginario forse e che diventerà chiaro solo al termine del romanzo.

Fuori dalla narrazione si percepisce un mondo polveroso e silenzioso, ad animarlo ci sono degli esseri che sono come zombie o forse no, e che come unica ambizione hanno La Carne. Si mettono in coda e la aspettano davanti a grandi magazzini dove gente comune lavora per sfamarli. Sembrano innocui. Sono il ricordo di ciò che erano. Inanimati. Amici e parenti che ormai sono quella cosa lì e niente più.

Tutti questi piani narrativi, convivono naturalmente in un romanzo che è sì di genere, ma di nessuno con cui al momento possa etichettarlo.

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Spesso durante la lettura mi capitava di pensare a questa immagine (leggenda vuole sia stata creata per dare a chi la guarda l’esperienza simulata di un ictus) tutto sembra familiare ma non puoi nominare un singolo oggetto nella foto. La Carne mi ricorda questa foto, ti sembra di leggere un determinato genere ma non è mai quello fino in fondo. É horror, è drammatico, è grottesco, è allegorico ma non è nulla di tutto questo.

La Carne è un testo particolare e originale. Si percepisce una sorta di trance artistica dell’autore, che liberamente ha costruito un mondo nuovo che trova una perfetta rappresentazione nel continuo riflesso tra forma e contenuto. Scarno, asciutto, circolare e perfetto.
Un testo politico forse più che allegorico che ci obbliga ad interrogarci sul valore del pensiero collettivo e della nostra individualità e caducità.

<<Succede che il mondo si sgretola e non sai se ti sgretolerai con lui o cambierai tutto per rimanere intero. Il modo di parlare, il modo di vestire, la musica che ascolti, i pensieri, le azioni, le certezze, le paure.
Tutto o niente.
Perché sei finito insieme al tuo mondo e l’unico che può sopravvivere è un altro con la tua stessa faccia>>

La Carne come è giusto che sia lascia con molte domande e poche risposte. E col vuoto dentro.
É un libro che sono felice di aver letto, perché è puro e perfetto nelle sue intenzioni, e non penso serva aggiungere altro.

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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